
In uno scenario dove anche chi non ha passato oramai se lo inventa rivendicando vecchie ricette salvo poi tradirsi con brutte riformulazioni o con riedizioni dei best seller di mercato, confesso che parto un po' prevenuto oggi. Quello che mi ha colpito invece parlando con Nicolas Chabot, quarantenne affascinante con un master alla Sorbonne ed un passato nel marketing visuale e nella comunicazione per Estee Lauder, S.T. Dupont e Lancel, è il garbo con cui ha fatto rivivere il marchio dimostrando un rispetto che si percepisce sia visivamente che olfattivamente.
Fondata nel 1930 dal Principe Murat (un discendente di Gioachino Murat), Le Galion affida da subito le sue creazioni a Paul Vacher che solo venticinquenne si era già distinto per Arpège. Nel 1935 il Principe Murat cede l'impresa a Paul Vacher che continuerà a creare successi fino alla sua morte improvvisa nel 1975. Gli anni di formazione spesi al suo fianco, rendono sua figlia Dominique De Urresti la naturale erede quale profumiere. Nel 1980 però decide di vendere il marchio ad un gruppo americano che lo farà presto collassare lasciandolo cadere nel'oblio.
"Acquistare il marchio è stato un po' come riportare a casa il galeone"- mi racconta Nicolas. Quale miglior modo di farlo che ripartire proprio da Madame De Urresti? Grazie al suo supporto ha potuto recuperare gli archivi del padre affidandoli a profumieri come il naso di Jean Patou Thomas Fontaine per rimasterizzare al meglio creazioni celebri come Sortilège nel rispetto dei mezzi e delle normative attuali.
Al ritorno dalle vacanze quindi, troveremo anche in Italia le nove fragranze Le Galion: Sortilège, Snob, Whip e Special for Gentelmen, e poi i soliflori La Rose, Iris e Tubereuse tutte riscoperte con freschezza contemporanea pur mantenento la grand allure della profumeria classica francese. Per saperne di più non perdetevi il prossimo post in cui vi racconterò quelle che mi sono piaciute di più.
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