14 settembre 2013

Mito extrait de parfum (Vero Kern 2013)



Nell'anteprima del mio Scent Diary per Pitti Fragranze vi avevo già parlato di Mito, l'ultima fragranza di Vero Kern presentata alla stampa esattamente un anno fa in un caldo pomeriggio. Parlando e gustando Mito, ricordo l'eleganza disinvolta di Vero in un completo bianco, occhiali da sole ed il dettaglio glamour di un foulard animalier. Il suo stile non segue le mode e si veste prima di tutto di personalità rendendo ogni indumento un raffinato accessorio. Ciò che colpisce però è la sua vivacità, quell'instancabile creatività capace di trarre ispirazione da una foto o dalla musica, da un libro o da uno dei suoi tanti viaggi. L'arte di Frau Vero nasce in estratto, e dopo aver lanciato un vero chypre verde floreale come non se ne sentivano da lustri, valeva la pena di attendere per scrivere una recensione. La bellezza richiede pazienza ed ora finalmente ho tra le mani un campione di Mito extrait de parfum. Spruzzo e godo.


Il linguaggio di questa talentuosa settantenne emerge dalla grande profumeria del passato ma si esprime con timbro inconfondibile e colore contemporaneo. Mito nasce così da una passeggiata nei giardini di Villa d'Este a Tivoli fra gli spruzzi delle fontane e i viottoli di magnolie in fiore che regalano la loro fragranza al sole di giugno. Se l'eau de parfum è l'alba in un luogo che ti riporta all'infanzia quando tutto è inconsapevole e unico, l'extrait de parfum è il crepuscopo, quel'attimo in cui le corolle si fanno languide e il blu si stende sulla terra calda come un ventre, esalandone gli aromi.

Da subito Vero mi aveva anticipato che Mito extrait de parfum sarebbe stato una storia nuova. Adoro questa concezione dell'estratto come una volta, quasi fosse un romanzo a puntate: le diverse concentrazioni non sono riedizioni, da economica a rilegata in pelle, ma un crescendo in cui il parfum è il climax. Sentendo l'eau de parfum ho avuto subito un rimando al galbano croccante di Ma Griffe, qui appena spinto verso le sue sfumature giacinto. Bergamotto e lemongrass lo rendono guizzante fino a ricordare la luminosità di Cristalle. E' una bruma mattutina che si posa sull'erba e sui petali lattei sussurrati dall'assoluta di magnolia grandiflora e magnolia champaca.

La dolcezza del gelsomino lascia il posto all'assoluta di tuberosa, la stessa che strizza l'occhio in Rubj e che qui gioca a nascondersi fra le fronde, nelle mostruosità degli anfratti, chiamandoti con la sua voce roca. L'arte non nasce dal caso, nemmeno l'ottava e solo chi conosce i suoi segreti è in grado di modellare la brutalità canforata della tuberosa insinuandola nella freschezza citrica della magnolia senza sconquassare l'eleganza di questo accordo che sarebbe piaciuto tanto a Yves Saint Laurent (Vi ricordate il primo Y?). il suo aspetto terroso è anche l'invito più eccitante verso il fondo di cedro, patchouli e muschio di quercia e enfatizza l'amarezza di quel tocco di vetiver che non manca in uno chypre di razza. La sua carnalità cremosa poi aumenta sillage e tenuta amplificando la pesca vellutata che mostra le sue forme guerlainesche nella penombra.

Se Mito eau de parfum è lo chic confortevole di un completo bianco che conquista per la sua gioiosità, l'extrait de parfum è il tocco animalier, la dove si percepisce chiara la zampata di Vero aggiungendo l'eroticità nascosta che solo chi ha incrontrato capolavori come Que Sais-Je di Patou conosce.

Credits:
Vero Kern ritratta da Francesca Faruolo
Fontane di Villa d'Este dal sito ufficiale di Villa d'Este
Mito illustrata da Sofo Berdzenishvili

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