17 settembre 2010

Impressioni di settembre (II)

Curiosando a naso spiegato tra gli stand di Pitti Fragranze, altro tema che è sembrato emergere è quello delle spezie che, mai sparite del tutto, sono tornate a dominare la tavolozza olfattiva di diverse fragranze.
Allo stand di Nobile 1942, assieme ad alcuni amici del forum di Adjiumi e di Bergamotto e Benzoino abbiamo avuto l'occasione di sentire in anteprima Frapin 1697 (ex Les ailes du desir dal celebre film di Wim Wenders "Il cielo sopra Berlino"), la nuova fragranza creata da Bertrand Duchaufour per Frapin così chiamata dall'anno in cui Pierre Frapin venne nominato "Apothicaire du Roi" dal Re Sole.


Nella sua composizione Duchaufour parte dall'impronta liquorosa che caratterizza gli altri Frapin per creare un nettare avvolgente, privo di asperità il cui unico contrappunto è affidato ad un'apertura marcatamente alcolica di assoluta di rum e a un cuore in cui emergono cannella e chiodi di garofano. Lo sviluppo scorre setoso su note di gelsomino e davana fiorito-resinose con un che di marmellata d'uva. Sulla mia pelle questo passaggio è predominante e la nota fruttata è quasi succulenta, amplificata dalla vaniglia che emerge abilmente bilanciata dalle spezie. Provato sulla pelle femminile, pareva smorzare le spezie a favore della vaniglia mentre su quella maschile era l'opposto. Le note indicano la presenza della rosa che però sia sulla mouillette che sulla pelle credo mi sia sfuggita rapito dalla grande qualità delle materie prime e dall'opulenza dell'evoluzione. Non vedo l'ora di riprovarlo coi primi freddi per apprezzarlo a pieno.
Altra fragranza che mi ha colpito è Pink Quartz di Olivier Durbano, uno chypre dalla partenza speziatissima e inebriante, dove la rosa damascena diventa intrigante protagonista abbinata a un'assoluta di rosa indiana e un ipnotico legno di rosa. Femminile con un tocco impertinente e sensuale, su mouillette era davvero stuzzicante. Particolare anche l'esposizione che abbinava la nuova fragranza di Olivier ad alcuni gioielli, pezzi unici e molto particolari dalla sua collezione "Bijoux de Pierres Poèmes" realizzati in quarzo rosa tra cui spiccava un incantevole flacone gioiello.
L'Artisan Parfumeur presenta invece la sua fragranza Coeur de Vetiver Sacré composta da Karine Vinchon (Robertet) che per L'Artisan già aveva composto L'eau de Jatamansi.
I gusti cambiano per fortuna e, per fortuna, ci sono incontri che ti aprono la mente. Confesso che, se fino a qualche anno fa reputavo la nota di vetiver vecchiotta e poco interessante, l'avere scoperto profumi come Vetiver Extraordinaire di Frédéric Malle o Sycomore di Chanel, ha cambiato radicalmente il mio punto di vista. Avevo un naso maleducato, annoiato dalle molteplici interpretazioni commerciali che fan tanto vecchio dopobarba. Invece poi scopri che, un po' per il costo della materia prima e un po' per amore del politically correct che non disdice nessuno, si è sempre tradizionalmente usato in quantità modiche dando quell'effetto verde-umido di erba fresca che in alcuni casi può essere piacevole. Invece il vetiver per sé ha tutt'altra faccia (in cui mi rivedo di più), più simile a una simpatica canaglia con la barba di un giorno che a un gagà fresco di rasatura.
Coeur de Vétiver Sacré l'ho sentito su mouillette e poi su pelle e mi è sembrato affascinante. Ho trovato affinità di scrittura olfattiva con lo stile elegante di Sycomore che, come in questo caso, abbina la radice del vetiver alla rosa e alle spezie. Qui il tema è più esotico e la partenza più esperidata e fruttata. Le spezie qui vertono su toni più freddi dando un effetto aromatico dominato dal coriandolo. Quello che invece si esalta sulla pelle e che è rimasto poi per ore è un vetiver scabro e fumoso che si fa vellutato di rosa e fava tonka.
In anteprima poi ho sentito la nuovissima fragranza che a novembre inaugurerà la nuova collezione Villes et Voyages dell'Artisan. Composta da Bertrand Duchaufour,  Traversée du Bosphore mi ha impressionato particolarmente per gli inusuali toni verde-fruttati e gourmand quasi di pistacchio e lievito. Attendo di testarlo su pelle per capirla meglio ma ho gia l'acquolina in bocca.

7 commenti:

ADJIUMI ha detto...

Credo che tu sia arrivato a toccare uno dei punti più interessanti del Pitti Fragranze.
Ovviamente è tutto da risentire, ma le piacevoli scoperte sono state: gli Artisan, insieme agli Odin e alle "nostre candele".

Anna Maria ha detto...

le descrizioni che fai del Durbano e del Frapin mi tentano, miam miammm

diakranis ha detto...

Parlate tutti benissimo di questo pink quartz, che a me invece ha lasciato indifferente... mi ha dato l'impressione di un ottima rosa, certo, ma abbastanza piatta e monocorda... a questo punto sono convinta che avessi il naso completamente cotto e gli darò una seconda possibilità!

Marika Vecchiattini ha detto...

Ciao Magnifiscent, anche io sono rimasta affascinata da Quartz Rose di Olivier Durbano, tanto da indossarlo anche a pelle. L'ho trovato una delle tre cose migliori sentite a Fragranze quest'anno, insieme al Vetiver dell'AP e ad Hanbury di Maria Candida Gentile!

Magnifiscent ha detto...

@Adjiumi: uuhh le "nostre candele", davvero interessanti! Meno male che Natale si avvicina :)
@Anna: sono davvero curioso delle tue impressioni sui due.
@Diakranis: probabile che tu avessi il naso assuefatto, come tutti dopo aver sentito tante fragranze in un ambiente zeppo di molecole odorose nell'aria. Pink Quartz l'ho risentito con calma dalla mouillette e anche a distanza di giorni aveva un accordo spezie-rosa molto suggestivo.
@BeB: cara BeB, che piacere vederti qui! E chissà che meraviglia il pink quartz sulla tua pelle, da svenire. Pure di Hanbury ricordo che su di te aveva una bellissima nota di miele d'acacia :)

Anonimo ha detto...

I must try Les Ailes du desir and Sacre Couer de Vétiver!

diakranis ha detto...

appena arriverà nei negozi mi fionderò a provarlo di nuovo!

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